Ludovico Maria Chierici (1886 - 1965)
Natura giuridica
Persona fisica
Descrizione
Ludovico Maria Chierici nasce il 7 maggio 1886 a Genova, in Salita dei Sansone, nel quartiere di Carignano, da Egisto e Rita Manari.
Nel 1896 inizia a frequentare con buon profitto la classe di violino del maestro dal Verme, presso il Civico Istituto di Musica di Genova.
Tra il 1902 ed il 1904 si collocano le prime esperienze fotografiche di Ludovico, acquisite dallo stesso padre e soprattutto dall’amico di famiglia, Adriano Santamaria. Il giovane fotografo, a 16 anni si cimenta in riprese di natura: torrenti, boschi animali al pascolo in occasione di gite famigliari nella campagna dell’Ovadese, oppure di periodi di brevi villeggiature nell’entroterra genovese, a Bavari e a Fontanegli. Di questo periodo restano solo delle stampe formato 8x11 montate su cartoncini sagomati di vario formato su cui apponeva il suo logo, l’anno della foto e, sul retro la località e la firma, in varie versioni calligrafiche frutto della sua bravura in tale materia scolastica.
Nel 1904 si diploma Perito commerciale e Ragioniere al Reale Istituto Tecnico di Genova “Vittorio Emanuele II” – Largo Zecca, e nel 1906 trova un primo impiego presso il Credito Italiano.
Nel 1907 muoiono il padre Egisto e il fratello più giovane Luigi, anche lui appassionato di musica, studiava il flauto.
E’ assunto al Monte di Pietà di Genova (poi annesso alla Cassa di Risparmio) nei cui uffici aveva lavorato il padre Egisto fino alla prematura morte.
Circa nello stesso periodo, deve interrompere gli studi di violino a cui teneva molto.
Nel 1908 Ludovico fa il grande passo acquistando una fotocamera Verascope Jules Richard, apparecchio stereoscopico a lastre, formato 45x107 mm, e a partire dal 1908 si dedica a fotografare la famiglia, gli amici e colleghi di lavoro, assumendo il ruolo di “fotografo di famiglia” che continuerà con maggior vigore quando arrivano anche i primi nipotini.
Nello stesso tempo perfeziona l’arte fotografica grazie al suo collega-amico e maestro, Adriano Santamaria, già collega d’ufficio dello stesso padre Egisto, potendo anche usufruire del suo laboratorio fotografico casalingo. In compagnia con il “signor Santamaria”, si dedica a fotografare e documentare Genova nelle sue vie e piazze, monumenti e vari avvenimenti cittadini. Ma non trascura di ritrarre e documentare i luoghi dell’entroterra della Val Bisagno, dove con la madre Rita, i fratelli, e con gli amici, trascorrono momenti di svago e vacanza.
In particolare ritrae le varie località della val Bisagno dove la famiglia affittava stagionalmente modeste abitazioni, che vengono puntualmente fotografate: Bargagli, Serino, Fontanegli. Di tali soggiorni restano le immagini di vita quotidiana, degli svaghi e avvenimenti stagionali più importanti: le castagnate, la festa della pentolaccia, la partita a bocce, il lavoro al ricamo delle signore, le passeggiate con il cane.
Non mancano però anche le gite a Creto, Montoggio, Molini di Fracconalto, sia d’inverno che d’estate. Le sequenze di alcune gite invernali, con alcuni amici, vestiti di tutto punto con abiti da città, sulla neve con sci di legno assumono l’aria di vere e proprie “imprese” eroiche messe ancor più in evidenza dalle “didascalie” che Ludovico pone di suo pugno sul catalogo a completarne la storia.
Il bagaglio di fotografie, che ci ha lasciato di tale periodo (1908-1915) su lastre verascope, è notevole, e la sua attitudine alla precisione e ordine ci ha permesso ancora oggi di poter godere di queste immagini, così sapientemente catalogate e descritte.
Il 12 aprile 1912 si sposa con Paola Franzoni e l'anno dopo nasce il primo figlio, Edoardino che prematuramente muore a un anno, vittima di un’epidemia di spagnola. Nel marzo 1914 la coppia è però allietata dalla nascita di un altro figlio, Enrico.
Nel 1914 Genova diventa teatro di un grandissimo evento: l'Esposizione Internazionale di Marina, Igiene Marinara, Mostra Coloniale Italiana, che si svolse da maggio a dicembre. È l’occasione per esprimere maggiormente le sue capacità fotografiche e così, a 28 anni, è protagonista di un vero e proprio reportage fotografico sull’evento che comprende 125 scatti.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, anche Ludovico parte per il fronte come ufficiale volontario nei Reparti di Fanteria, in Valtellina, Alto Lario, nei battaglioni di addestramento reclute e servizi ausiliari, in Lombardia, sull’Adda e infine nella zona del Pasubio. Al termine della guerra, con altri compagni d’arme, si fa promotore della costruzione dell’ “Ossario del Pasubio” dedicato al nome del Generale Giardino, suo comandante in campo, nella zona dello stesso monte.
Nel 1916 nasce Ritina che vive fino all’età di quattro anni, stroncata da una nuova epidemia di spagnola, e nel 1921 nasce il figlio Edoardo, seguito a distanza di due anni, nel 1923, dal fratello Paolo.
Nel 1922 lascia gli uffici del Monte di Pietà presso la Cassa di Risparmio. Nello stesso periodo assieme ad Alfredo Gianelli, marito di Olga Franzoni, sorella della moglie, e all’amico Giacomo Mangini, entra come socio nella “Fabbrica di Confetti e Cioccolato” già Cesare Croce s.a.s. con sede in Genova, piazza San Giorgio 2.
Nel 1925 viene nominato amministratore del “Ricovero di Mendicità di Genova” alla Doria, in Val Bisagno, più che secolare istituzione benefica, trasferita nel 1911 dalla primitiva sede di Paverano nel complesso edilizio ivi appositamente costruito. Il suo impegno in questa opera benefica durerà per tutta la vita, durante i duri anni della guerra, ricevendo dapprima la nomina di vicepresidente e dal 1962 di presidente, quando l’istituto per suo volere cambierà nome in “Casa di Riposo”.
Nel 1926 nasce la figlia Maria Andreina (Cicci).
Nel 1934 la fabbrica dolciaria, con l’uscita del suo fondatore, Cesare Croce, assume la ragione sociale “Fabbrica di Confetti, Cioccolato e affini s.a.s., Gianelli, Chierici & C.” con sede a Genova in vico S. Giorgio,4. Ludovico ne sarà socio azionista e l’amministratore fino ai primi anni '50. L’azienda che subisce pesanti danni a causa dei bombardamenti durante la guerra, verrà definitivamente chiusa nel 1952.
Nel 1932 Ludovico conobbe e divenne amico dell’Ing. Ippolito Cattaneo di Genova, importante fabbricante e rappresentante di apparecchiature fotografiche e cinematografiche fin dai primi anni del secolo; grazie a tale frequentazione fu tra i primi a poter provare e usare la Leica, la Leitz Camera; dopo i primi test e prove ne fu entusiasta e si mise a provare e usare le varie possibilità e strumenti del Sistema Leica, esperienza che gli permise di diventare presto un valido riferimento nella pratica fotografica con tale fotocamera; non se ne separerà più per tutta la vita, tramandando tale affezione ai figli e nipoti.
I risultati dell’apprendimento della tecnica e delle possibilità della Leica e delle sue ottiche furono messe ben presto alla prova e Lodovico nell’arco di sette anni dal 1935 al 1941, congiunse le sue due passioni, la musica e la fotografia.
In tale periodo fu messo nella condizione ottimale, di scattare, sempre a titolo amatoriale, delle fotografie al Teatro Carlo Felice di Genova durante le rappresentazioni delle opere liriche. Potendosi spostare liberamente dai palchi alla platea, utilizzando un apparecchio Leica IIIa corredato di sole ottiche di grande luminosità, senza uso di luce artificiale, documentò le varie stagioni liriche ottenendo sorprendenti risultati.
Con tali presupposti e con la già acquisita esperienza nel campo della cinematografia a passo ridotto, 9,5 e 16 mm (ripresa e sviluppo pellicola), che aveva sviluppato fin dagli anni ’20, assieme ai figli, Enrico, Paolo e Edoardo, intraprende un nuovo percorso imprenditoriale.
Nel 1946 prende in gestione dall’amico Pietro Speich, il negozio di attività fotografica al 16 rosso di Piazza della Meridiana, che era attiguo al Negozio di Ottica Speich, rinomata fabbrica genovese di strumenti ottici, lenti e macchine fotografiche.
Nel 1949 rileva completamente l’attività e il negozio di fotografia prende così il seguente nome: “F.lli Chierici: Fotografia – Cinematografia” .
La sua collaborazione alla conduzione ed amministrazione del negozio durerà fino al 1963-64. Il figlio Paolo, tuttavia dopo i primissimi anni di attività, lascia il negozio di famiglia per entrare a lavorare nella storica ditta Ippolito Cattaneo e C., concessionaria per l’Italia del marchio Leitz-Wetzlar a Genova, fino ad assumere la carica di Direttore delle vendite alla metà degli anni ’80. Il negozio, resterà così in gestione al solo figlio Edoardo, divenuto nel frattempo “Specialista Leica”. Fu lui a trasferire nel febbraio del 1963 il negozio in Largo Lanfranco, 7r (Via Roma), dove aveva maggiori spazi per operare con le riprese in studio e potersi unificare con il laboratorio di sviluppo e stampa in bianco/nero, fino ad allora ubicato in un ammezzato di un palazzo di piazza della Nunziata. In tale sede Edoardo Chierici continuò l’attività fotografica professionale fino alla definitiva cessazione nel 1972.
Il “negozio” costituì, per tutta la famiglia, amici e la stessa città, negli anni ’60 e ’70 un punto di incontro e di riferimento per i fotografi professionisti e amatoriali, in quanto Edoardo Chierici era un apprezzato e rinomato professionista e lo sviluppo e stampa in b/n di ottima qualità.
Durante gli anni “del negozio” si dedicherà a studiare e perfezionare la fotografia medico-scientifica e la macrofotografia sempre utilizzando la Leica, i suoi accessori o sviluppandone di nuovi .
Nei primi anni del dopoguerra, Ludovico si dedica anche alla riorganizzazione e rinascita della Associazione Fotografica Ligure – AFL di cui ne fu socio e attivo membro fin dalla fondazione, avvenuta nel lontano 1928, con l’amico Antonio Campostano.
In tale impresa sarà aiutato dal figlio Enrico, il quale ne proseguirà il cammino come promotore e autore delle più belle ed entusiasmanti iniziative della Associazione degli anni ’50 e ’60 (Festival del Cinema a passo ridotto di Rapallo, Biennale Fotografica di Genova del 1958 e 1960).
Alla morte del compianto amico e musicofilo Theo Zilliken nel 1948, si adoperò per il riordinamento della famosa discoteca che più tardi, dagli eredi, venne ceduta all’Istituto Musicale Paganini. A titolo gratuito e di amicizia, coprì la carica di presidente del “Circolo di Discofili J. Theo Zilliken”, che proprio da quell’anno fino al 1953, si costituì per far rivivere con altri amici, studiosi e amanti della musica, tra cui il fraterno amico Pietro Berri , le mitiche serate musicali, dedicate all’amico Theo.
Con l’arrivo dei primi nipotini, i figli del primogenito Enrico, a partire dal 1941 e via via degli altri due figli, Edoardo e Paolo, la sua dedizione nell’opera di documentazione della vita famigliare si accentuò maggiormente. Per gli anni a venire, come prima aveva fatto anche con il cinematografo, fin dal 1924, con l’occhio dietro ad una cinepresa 9,5 mm, non c’era avvenimento o ricorrenza della famiglia, o con gli amici, in cui Ludovico, o Vico, come lo chiamavano i cugini Gianelli, fa la sua comparsa con la Leica al collo.
“ Il nonno Ludovico era sempre perfettamente abbigliato in giacca, con il panciotto e la lobbia, sia a teatro, come in gita al mare o in montagna; sempre con il suo fedele cravattino, raramente in maniche di camicia”.
Nel 1949 Muore la adorata moglie Paola, Paolina (Lina) Franzoni.
Ludovico Maria Chierici, il 12 gennaio 1965, muore nella sua abitazione in via Bernardo Strozzi, 13/1.
Le sue spoglie riposano, accanto a quella dei famigliari, nel camposanto di S. Siro di Struppa.
Così egli volle, per trovarsi ancora e sempre vicino alla “sua” Casa di Riposo della Doria, dominando di lassù tutta la valle che gli era stata cara sin dagli anni della giovinezza, muta testimone di tanti momenti felici e sereni della sua esistenza.
Nel 1896 inizia a frequentare con buon profitto la classe di violino del maestro dal Verme, presso il Civico Istituto di Musica di Genova.
Tra il 1902 ed il 1904 si collocano le prime esperienze fotografiche di Ludovico, acquisite dallo stesso padre e soprattutto dall’amico di famiglia, Adriano Santamaria. Il giovane fotografo, a 16 anni si cimenta in riprese di natura: torrenti, boschi animali al pascolo in occasione di gite famigliari nella campagna dell’Ovadese, oppure di periodi di brevi villeggiature nell’entroterra genovese, a Bavari e a Fontanegli. Di questo periodo restano solo delle stampe formato 8x11 montate su cartoncini sagomati di vario formato su cui apponeva il suo logo, l’anno della foto e, sul retro la località e la firma, in varie versioni calligrafiche frutto della sua bravura in tale materia scolastica.
Nel 1904 si diploma Perito commerciale e Ragioniere al Reale Istituto Tecnico di Genova “Vittorio Emanuele II” – Largo Zecca, e nel 1906 trova un primo impiego presso il Credito Italiano.
Nel 1907 muoiono il padre Egisto e il fratello più giovane Luigi, anche lui appassionato di musica, studiava il flauto.
E’ assunto al Monte di Pietà di Genova (poi annesso alla Cassa di Risparmio) nei cui uffici aveva lavorato il padre Egisto fino alla prematura morte.
Circa nello stesso periodo, deve interrompere gli studi di violino a cui teneva molto.
Nel 1908 Ludovico fa il grande passo acquistando una fotocamera Verascope Jules Richard, apparecchio stereoscopico a lastre, formato 45x107 mm, e a partire dal 1908 si dedica a fotografare la famiglia, gli amici e colleghi di lavoro, assumendo il ruolo di “fotografo di famiglia” che continuerà con maggior vigore quando arrivano anche i primi nipotini.
Nello stesso tempo perfeziona l’arte fotografica grazie al suo collega-amico e maestro, Adriano Santamaria, già collega d’ufficio dello stesso padre Egisto, potendo anche usufruire del suo laboratorio fotografico casalingo. In compagnia con il “signor Santamaria”, si dedica a fotografare e documentare Genova nelle sue vie e piazze, monumenti e vari avvenimenti cittadini. Ma non trascura di ritrarre e documentare i luoghi dell’entroterra della Val Bisagno, dove con la madre Rita, i fratelli, e con gli amici, trascorrono momenti di svago e vacanza.
In particolare ritrae le varie località della val Bisagno dove la famiglia affittava stagionalmente modeste abitazioni, che vengono puntualmente fotografate: Bargagli, Serino, Fontanegli. Di tali soggiorni restano le immagini di vita quotidiana, degli svaghi e avvenimenti stagionali più importanti: le castagnate, la festa della pentolaccia, la partita a bocce, il lavoro al ricamo delle signore, le passeggiate con il cane.
Non mancano però anche le gite a Creto, Montoggio, Molini di Fracconalto, sia d’inverno che d’estate. Le sequenze di alcune gite invernali, con alcuni amici, vestiti di tutto punto con abiti da città, sulla neve con sci di legno assumono l’aria di vere e proprie “imprese” eroiche messe ancor più in evidenza dalle “didascalie” che Ludovico pone di suo pugno sul catalogo a completarne la storia.
Il bagaglio di fotografie, che ci ha lasciato di tale periodo (1908-1915) su lastre verascope, è notevole, e la sua attitudine alla precisione e ordine ci ha permesso ancora oggi di poter godere di queste immagini, così sapientemente catalogate e descritte.
Il 12 aprile 1912 si sposa con Paola Franzoni e l'anno dopo nasce il primo figlio, Edoardino che prematuramente muore a un anno, vittima di un’epidemia di spagnola. Nel marzo 1914 la coppia è però allietata dalla nascita di un altro figlio, Enrico.
Nel 1914 Genova diventa teatro di un grandissimo evento: l'Esposizione Internazionale di Marina, Igiene Marinara, Mostra Coloniale Italiana, che si svolse da maggio a dicembre. È l’occasione per esprimere maggiormente le sue capacità fotografiche e così, a 28 anni, è protagonista di un vero e proprio reportage fotografico sull’evento che comprende 125 scatti.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, anche Ludovico parte per il fronte come ufficiale volontario nei Reparti di Fanteria, in Valtellina, Alto Lario, nei battaglioni di addestramento reclute e servizi ausiliari, in Lombardia, sull’Adda e infine nella zona del Pasubio. Al termine della guerra, con altri compagni d’arme, si fa promotore della costruzione dell’ “Ossario del Pasubio” dedicato al nome del Generale Giardino, suo comandante in campo, nella zona dello stesso monte.
Nel 1916 nasce Ritina che vive fino all’età di quattro anni, stroncata da una nuova epidemia di spagnola, e nel 1921 nasce il figlio Edoardo, seguito a distanza di due anni, nel 1923, dal fratello Paolo.
Nel 1922 lascia gli uffici del Monte di Pietà presso la Cassa di Risparmio. Nello stesso periodo assieme ad Alfredo Gianelli, marito di Olga Franzoni, sorella della moglie, e all’amico Giacomo Mangini, entra come socio nella “Fabbrica di Confetti e Cioccolato” già Cesare Croce s.a.s. con sede in Genova, piazza San Giorgio 2.
Nel 1925 viene nominato amministratore del “Ricovero di Mendicità di Genova” alla Doria, in Val Bisagno, più che secolare istituzione benefica, trasferita nel 1911 dalla primitiva sede di Paverano nel complesso edilizio ivi appositamente costruito. Il suo impegno in questa opera benefica durerà per tutta la vita, durante i duri anni della guerra, ricevendo dapprima la nomina di vicepresidente e dal 1962 di presidente, quando l’istituto per suo volere cambierà nome in “Casa di Riposo”.
Nel 1926 nasce la figlia Maria Andreina (Cicci).
Nel 1934 la fabbrica dolciaria, con l’uscita del suo fondatore, Cesare Croce, assume la ragione sociale “Fabbrica di Confetti, Cioccolato e affini s.a.s., Gianelli, Chierici & C.” con sede a Genova in vico S. Giorgio,4. Ludovico ne sarà socio azionista e l’amministratore fino ai primi anni '50. L’azienda che subisce pesanti danni a causa dei bombardamenti durante la guerra, verrà definitivamente chiusa nel 1952.
Nel 1932 Ludovico conobbe e divenne amico dell’Ing. Ippolito Cattaneo di Genova, importante fabbricante e rappresentante di apparecchiature fotografiche e cinematografiche fin dai primi anni del secolo; grazie a tale frequentazione fu tra i primi a poter provare e usare la Leica, la Leitz Camera; dopo i primi test e prove ne fu entusiasta e si mise a provare e usare le varie possibilità e strumenti del Sistema Leica, esperienza che gli permise di diventare presto un valido riferimento nella pratica fotografica con tale fotocamera; non se ne separerà più per tutta la vita, tramandando tale affezione ai figli e nipoti.
I risultati dell’apprendimento della tecnica e delle possibilità della Leica e delle sue ottiche furono messe ben presto alla prova e Lodovico nell’arco di sette anni dal 1935 al 1941, congiunse le sue due passioni, la musica e la fotografia.
In tale periodo fu messo nella condizione ottimale, di scattare, sempre a titolo amatoriale, delle fotografie al Teatro Carlo Felice di Genova durante le rappresentazioni delle opere liriche. Potendosi spostare liberamente dai palchi alla platea, utilizzando un apparecchio Leica IIIa corredato di sole ottiche di grande luminosità, senza uso di luce artificiale, documentò le varie stagioni liriche ottenendo sorprendenti risultati.
Con tali presupposti e con la già acquisita esperienza nel campo della cinematografia a passo ridotto, 9,5 e 16 mm (ripresa e sviluppo pellicola), che aveva sviluppato fin dagli anni ’20, assieme ai figli, Enrico, Paolo e Edoardo, intraprende un nuovo percorso imprenditoriale.
Nel 1946 prende in gestione dall’amico Pietro Speich, il negozio di attività fotografica al 16 rosso di Piazza della Meridiana, che era attiguo al Negozio di Ottica Speich, rinomata fabbrica genovese di strumenti ottici, lenti e macchine fotografiche.
Nel 1949 rileva completamente l’attività e il negozio di fotografia prende così il seguente nome: “F.lli Chierici: Fotografia – Cinematografia” .
La sua collaborazione alla conduzione ed amministrazione del negozio durerà fino al 1963-64. Il figlio Paolo, tuttavia dopo i primissimi anni di attività, lascia il negozio di famiglia per entrare a lavorare nella storica ditta Ippolito Cattaneo e C., concessionaria per l’Italia del marchio Leitz-Wetzlar a Genova, fino ad assumere la carica di Direttore delle vendite alla metà degli anni ’80. Il negozio, resterà così in gestione al solo figlio Edoardo, divenuto nel frattempo “Specialista Leica”. Fu lui a trasferire nel febbraio del 1963 il negozio in Largo Lanfranco, 7r (Via Roma), dove aveva maggiori spazi per operare con le riprese in studio e potersi unificare con il laboratorio di sviluppo e stampa in bianco/nero, fino ad allora ubicato in un ammezzato di un palazzo di piazza della Nunziata. In tale sede Edoardo Chierici continuò l’attività fotografica professionale fino alla definitiva cessazione nel 1972.
Il “negozio” costituì, per tutta la famiglia, amici e la stessa città, negli anni ’60 e ’70 un punto di incontro e di riferimento per i fotografi professionisti e amatoriali, in quanto Edoardo Chierici era un apprezzato e rinomato professionista e lo sviluppo e stampa in b/n di ottima qualità.
Durante gli anni “del negozio” si dedicherà a studiare e perfezionare la fotografia medico-scientifica e la macrofotografia sempre utilizzando la Leica, i suoi accessori o sviluppandone di nuovi .
Nei primi anni del dopoguerra, Ludovico si dedica anche alla riorganizzazione e rinascita della Associazione Fotografica Ligure – AFL di cui ne fu socio e attivo membro fin dalla fondazione, avvenuta nel lontano 1928, con l’amico Antonio Campostano.
In tale impresa sarà aiutato dal figlio Enrico, il quale ne proseguirà il cammino come promotore e autore delle più belle ed entusiasmanti iniziative della Associazione degli anni ’50 e ’60 (Festival del Cinema a passo ridotto di Rapallo, Biennale Fotografica di Genova del 1958 e 1960).
Alla morte del compianto amico e musicofilo Theo Zilliken nel 1948, si adoperò per il riordinamento della famosa discoteca che più tardi, dagli eredi, venne ceduta all’Istituto Musicale Paganini. A titolo gratuito e di amicizia, coprì la carica di presidente del “Circolo di Discofili J. Theo Zilliken”, che proprio da quell’anno fino al 1953, si costituì per far rivivere con altri amici, studiosi e amanti della musica, tra cui il fraterno amico Pietro Berri , le mitiche serate musicali, dedicate all’amico Theo.
Con l’arrivo dei primi nipotini, i figli del primogenito Enrico, a partire dal 1941 e via via degli altri due figli, Edoardo e Paolo, la sua dedizione nell’opera di documentazione della vita famigliare si accentuò maggiormente. Per gli anni a venire, come prima aveva fatto anche con il cinematografo, fin dal 1924, con l’occhio dietro ad una cinepresa 9,5 mm, non c’era avvenimento o ricorrenza della famiglia, o con gli amici, in cui Ludovico, o Vico, come lo chiamavano i cugini Gianelli, fa la sua comparsa con la Leica al collo.
“ Il nonno Ludovico era sempre perfettamente abbigliato in giacca, con il panciotto e la lobbia, sia a teatro, come in gita al mare o in montagna; sempre con il suo fedele cravattino, raramente in maniche di camicia”.
Nel 1949 Muore la adorata moglie Paola, Paolina (Lina) Franzoni.
Ludovico Maria Chierici, il 12 gennaio 1965, muore nella sua abitazione in via Bernardo Strozzi, 13/1.
Le sue spoglie riposano, accanto a quella dei famigliari, nel camposanto di S. Siro di Struppa.
Così egli volle, per trovarsi ancora e sempre vicino alla “sua” Casa di Riposo della Doria, dominando di lassù tutta la valle che gli era stata cara sin dagli anni della giovinezza, muta testimone di tanti momenti felici e sereni della sua esistenza.
Data
1886 maggio 7 - 1965 gennaio 12 (Genova)
Estremi cronologici
May 7, 1886 – January 12, 1965
Data topica
Genova - Liguria
Complessi archivistici prodotti
Riferimenti bibliografici
Ludovico Maria Chierici. Un fotografo genovese di primo Novecento, a cura di Gloria Viale, Genova 2017
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