Edita dalla società Ansaldo S.A., caporedattore fu Dante Jannone. La rivista nasceva come quindicinale (a partire dal 1961, sotto la direzione di Arrigo Ortolani, divenne mensile) dei dipendenti Ansaldo.
Il primo numero uscì il 1 giugno 1954. Sul primo editoriale, scritto da Federico De Barbieri, si legge: “L’iniziativa della pubblicazione de “L’Ansaldino ha preso origine dalla convinzione che sia estremamente utile -anzi necessario- fornire a tutti i collaboratori dell’Azienda dati e notizie intorno alla sua vita, alla sua attività, al suo avvenire.
Soltanto con una completa informazione aziendale si può creare ed ampliare un campo sul quale, spogliati da ogni preoccupazione di disciplina, di contrasto economico, di discussione sindacale, tutti gli individui -intesa questa parola nel suo significato più proprio- possano incontrarsi, esprimere le proprie idee, in una atmosfera serena e sgombra da ogni eccitamento e perturbazione. […] Gli Ansaldini troveranno, in questo nuovo periodico, anzitutto e principalmente -al di fuori da ogni intonazione polemica che da qualsiasi impostazione paternalistica- una frequente informazione sull’attività e sul lavoro della loro azienda. Chi ha voluto dare vita a questo foglio considererà raggiunto lo scopo se il lettore troverà argomento di meditazione e di ragionamento sui problemi della Società dalle informazioni che gli verranno con tutta obbiettività fornite.”
Come traspare chiaramente già dalle prime righe del primo editoriale, la rivista nasceva con l’intento, non secondario, di mettere pace in una situazione aziendale quanto meno tesa. L’Ansaldo nel 1950 aveva calcolato un esubero di oltre 4 mila tra operai e impiegati. Il totale dei dipendenti, compresi i dirigenti, ammontava a 23 mila, di cui 7 mila solo nel cantiere navale di Sestri Ponente. Quest’ultimi saranno quasi dimezzati 10 anni dopo.
I primi anni ’50 furono dunque caratterizzati dalle lotte per la difesa del posto di lavoro. Soli pochi anni prima, nel 1951, si era conclusa la grande autogestione delle maestranze ansaldine che aveva portato in 72 giorni di autogestione al completamento e al varo in completa autonomia delle due motocisterne “Volere” e “Tenacia”.
https://www.fondazioneansaldo.it/index.php/6-i-nostri-archivi-ci-raccontano-2/543-volere-storia-di-un-impresa-operaia
L’obiettivo di pacificazione, almeno a livello editoriale, venne raggiunto. La rivista fu infatti molto popolare sia tra le maestranza operaie, sia tra gli impiegati e la classe dirigente, ospitando rubriche e articoli dal taglio molto trasversale e dando molto spazio agli eventi sociali e dopolavoristici in azienda.
Ebbe una lunga vita, la pubblicazione cessò nel 1971.
La schedatura e la digitalizzazione del presente materiale è stata possibile grazie alla collaborazione di Noemi Santostefano, Andrea Baglietto, Amela Bidoshi, Elisa Poddighe, Giulio Bertero e Francesco Daroda nell'ambito del programma di tirocini curriculari dell'Università degli Studi di Genova.