La zona di Nervi, oggi quartiere di Genova ma fino al 1926 comune autonomo, vanta una lunga tradizione per quanto concerne l'industria alimentare. Furono molti i pastifici che sorsero a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino al secondo dopoguerra.
I più conosciuti erano i mulini Cassanello in via del Commercio, il mulino con annessa fabbrica Nossardi -il più grande- in via Gazzolo, il De Martini Cosso in via S.M. Assunta, il Grondona a Quinto.
A metà dell'Ottocento se ne contavano ben 32.
Esportavano molto, per esempio a Londra, dove era molto apprezzato un tipo di pasta, delle matassine a nido, in cui era specializzato il pastificio Nossardi, e per questa preferenza era denominato "uso Londra".
Nel corso del Novecento l'industria alimentare nerviese subì un drastico calo: in primo luogo la rivoluzione russa bloccò l'importazione di grano dalla Crimea con necessità di rivolgersi a mercati più lontani e costosi. Seguì la "battaglia del grano" con l'autarchia imposta da Mussolini, e da ultimo l'avanzare della ferrovia che a Nervi si tradusse in pesanti mutamenti del territorio con la deviazione del torrente Nervi, dove prendevano acqua i mulini e i pastifici, e un peggioramento della qualità dell'aria che costrinse ad abbandonare l'essicazione della pasta all'aria aperta, divenuto inoltre un metodo troppo costoso e superato dallo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione industriale di pasta.